NORMALDEIDE?

Perchè Normaldeide?

Normaldeide se cercate nel dizionario, scoprirete che in realtà non esiste!

Normaldeide è una parola, personalmente coniata, come titolo appunto, per un mio romanzo. Data la natura degli argomenti trattati, mi sembrava corretto, utilizzare come titolo, qualcosa di originale.

Come molti sapranno, quasi tutte se non tutte, le parole che terminano per ‘eide’, sono di per se legate a prodotti artificiali, ovvero prodotti dall’essere umano. La magia della chimica! Grande arte. Ma torniamo a noi…

‘eide’ = prodotto artificiale

Poiché, la nostra società ormai, attraverso un meticoloso lavaggio del cervello, a cui è stata sottoposta progressivamente (suo malgrado), nel corso di sessant’anni ormai, da una serie di classi politiche, associazioni industriali, bancarie ed intrallazzi tra nazioni che ormai, si susseguono a non finire, sono riuscite a trasformare una falsa realtà in reale. Sono riusciti a trasformare la menzogna in verità e l’assurdo in plausibile e concreto. Premiamo i cattivi e puniamo i buoni. E questi sono solo alcune delle cose che finalmente abbiamo raggiunto! Perché alla fine, non ci dimentichiamo che NOI, siamo quelli evoluti!

Quindi, vista la realtà, detronizzata e violentata, sbattuta come una pezza vecchia, in un angolo di una buia cantina, mi sembrava opportuno, coniare un nuovo termine, che racchiudesse tutto questo assurdo mondo.

Così, Normale è diventato, Normal(deide). Ovvero una realtà artificiale!

Signori…

Buona lettura, buona permanenza e soprattutto non dimenticate….

Se mi odiate non serve dirmelo, perché mi fareste solo un piacere!

Grazie!

M.C.

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“Il Viaggio”

“Ho cercato di spingermi oltre l’umana immaginazione, cercando con la mente quello che gli occhi non potranno mai vedere. Mondi indefiniti, immagini sfocate di un qualcosa che forse non avrà mai una forma concreta. Ho cercato di spingermi là dove la razionalità lascia il posto alla fede, cercando qualcosa di tangibile, qualcosa mi spinga a continuare a sperare in un cambiamento. Mi sono spinto là dove ogni cosa ha un solo senso. Poi, come se la terra non avesse più consistenza sono stato costretto a spingermi altrove, poiché tutto quello che conoscevo non esisteva più.”

Frammenti, piccole storie, dove la fantasia è una metafora, dove le situazioni non hanno schemi ma solo spunti. Frammenti di uno specchio che riflettono solo una, di infinite realtà. Poter osservare la nostra e trasportarla in un mondo irreale che ha volutamente una visione del futuro comune. Un corto, un frammento, uno spaccato, una foto di un qualcosa che non esiste, ma che probabilmente esisterà.

Buona Lettura.

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Massimiliano Cerrone

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