Normaldeide Cap.2

II

Nella sua mente ancora echeggiavano le scene di dolore, l’odore del sangue e della polvere era ancora fervido, ed erano le 14:10 quando raggiunse il posto indicato nel messaggio. Parcheggiò la macchina alla rinfusa e senza troppe esitazioni entrò precipitosamente nella casa.
Che diavolo avete combinato? Avevo ragione io, non dovevamo fare una cosa del genere, non doveva accadere una cosa del genere, cosa avevamo detto? Niente vittime inutili, niente vittime innocenti, niente, niente, niente cosa? – disse con rabbia, quasi urlando.
Stai calmo e ascolta. Quello che è successo non doveva accadere ma purtroppo è accaduto. Credimi è stato un incidente, nessuno voleva che andasse in questo modo, ma qualcosa è andato storto, qualcosa non ha funzionato. –
Qualcosa non ha funzionato? No, dico, mi prendi per il culo, stai scherzando vero? Ma ti rendi conto di cosa è successo? Io ero li, io ero li e ho visto tutto. Ma vi rendete conto? – disse guardando gli altri presenti nella stanza.
Senti capiamo benissimo come ti senti, ma credimi è stato un incidente. Se mi dai due minuti ti spiego tutto. Ora mettiti seduto. –
Ma io non voglio mettermi seduto, al contrario vorrei da te una spiegazione e cerca di essere molto chiaro, vedi di non tralasciare nulla. –
Prese leggermente le distanze e incrociò le braccia mentre fissava il volto del suo interlocutore con occhi sgranati, carichi di rabbia.
Senti. E’ stato un incidente. Dopo l’esplosione ci siamo posti le tue stesse domande, ci siamo detti le stesse cose ed abbiamo subito fatto le nostre indagini per capire cosa fosse successo. Tutto questo non doveva accadere. –
Beh ! questo è sicuro. E per l’esattezza cosa avete scoperto di così illuminante? –
Circa due mesi fa, la direzione ha deciso di ampliare l’edificio nella zona sottostante le fondamenta. L’idea era quella di creare una nuova ala di laboratori per la ricerca sul virus. Il tutto è stato iniziato nella più assoluta segretezza e credimi già questa è una cosa strana. Perché costruire dei laboratori segreti per un qualcosa che è di dominio pubblico? Comunque il punto non è questo. Il punto è che per costruire la nuova area, le squadre hanno spostato le tubazioni che portano il carburante e il refrigerante proprio vicino la stanza dei generatori. Ora inizi a capire?. L’esplosione doveva mettere fuori uso solo i generatori, invece così facendo è saltato tutto in aria. I nostri ordigni hanno distrutto i generatori ma il grosso lo hanno fatto i serbatoi di carburante quando sono stati raggiunti dalla deflagrazione. Ci sono circa 50.000 litri di carburante la sotto. Le nostre bombe hanno fatto da detonatori per i serbatoi, noi non volevamo distruggere tutto. Quando i serbatoi sono esplosi hanno tirato giù la facciata del palazzo. Non lo abbiamo voluto noi è stato un caso fortuito, un incidente, credimi, li oggi non ceri solo tu ma molte altre persone e molte di queste sono anche nostri amici, proprio come te, non avremmo mai fatto consapevolmente una cosa del genere. –
Laboratori segreti, tubazioni spostate, in ogni caso la cosa non finirà qui, la cosa avrà delle ripercussioni, ve ne rendete conto, vero? –
Cosa sappiamo di questi laboratori? Dopo quello che è successo dovranno per forza dare delle spiegazioni pubbliche e in ogni caso sappiate che le tubazioni non sarà un loro problema. Tutto questo non fa che andare a loro favore, avranno un bel da fare, ci ricameranno sopra ben bene e come al solito sfrutteranno il tutto a loro favore. Questa storia è diventata improvvisamente un incubo allucinante. Qualcuno di voi sa almeno quante persone hanno perso la vita nell’esplosione? –
Ci fu un momento di esitazione poi qualcuno tra gli ospiti seduti si fece avanti.
Non ne siamo sicuri, i nostri uomini ci hanno riferito di almeno 130 persone rimaste uccise e circa 900 i feriti, dalle stime attuali, ovviamente.–
130 morti e 900 feriti! Dio che tragedia. –
Ci fu un momento di silenzio generale.
Dobbiamo saperne di più su questi laboratori. Inoltre signori, ricordate bene quello che è accaduto oggi perché non sarà facile uscirne, questa cosa ce la porteremo avanti per chissà quanto tempo, avete capito bene ? Non possiamo permetterci di metterci contro coloro che ci supportano o ci faremo nemici un’infinità di persone. Non voglio essere ricordato come un terrorista senza scrupoli e voi? Noi stiamo lottando per un motivo ben preciso e certamente le stragi non fanno parte di questo progetto. –
Un’altra cosa molto importante. Voi siete ben consci del fatto che ora saranno costretti a spostare la sede centrale nel blocco B32 e tutti voi conoscete bene il livello di sicurezza che ha sempre contraddistinto quella struttura. Specialmente ora dopo quello che è successo sarà praticamente impossibile tenere sotto controllo eventuali movimenti senza esporsi troppo. Possiamo ritenerci fortunati se si sono limitati a mandare un solo plotone a controllare la struttura e sono più che sicuro che lo hanno già fatto. Questa storia ci ha danneggiato sotto molti aspetti, aspetti che sicuramente appureremo nei prossimi giorni, miei cari signori. La storia dei laboratori segreti è un’altra cosa da non sottovalutare, chi ci dice che non hanno già fatto la stessa cosa nel blocco B32? Non avevamo motivi di controllare settori di cui non sospettavamo nemmeno l’esistenza. –
Tutti erano ben consapevoli che quelle parole non erano che il resoconto di quello che sarebbe in effetti accaduto, tutti in silenzio ascoltavano con la massima attenzione.
Dobbiamo riorganizzarci in fretta e cercare di scoprire se sono state apportate modifiche alla struttura a nostra insaputa, in questi ultimi anni. Utilizziamo tutte le nostre fonti, non tralasciamo nessuno, questa storia ha messo in luce qualcosa che ignoravamo del tutto. Se questi laboratori esistono realmente devono per forza di cose avere a che fare con la propagazione del virus. –
Nessuno disse o aggiunse nulla, la situazione era ben chiara a tutti così senza indugi con la stessa velocità con la quale era arrivato se ne riandò. Le riunioni più erano brevi più erano sicure. Rimontò in macchina e si allontanò.
Quasi tutti i canali della radio trasmettevano le stesse notizie.
“ Attentato infame ai laboratori di purificazione” così avevano intitolato le trasmissioni o almeno la maggior parte di esse, in ogni caso chi più chi meno sembrava la pensassero tutti nello stesso modo.
Che diavolo stavano costruendo la sotto? laboratori segreti ma perché, cos’altro hanno in mente di fare? – pensava.
Aveva ripreso la statale 36 da circa mezzora e prima di giungere nei pressi della sua uscita, prese il telefonino ed inviò un breve messaggio, poi spense la radio e svoltò a sinistra.
Non viveva molto distante dal luogo del disastro e in lontananza, dalla statale erano ancora visibili le luci dei soccorsi che si muovevano in quella parte della città sicuramente ancora intenti nello sgombrare la zona dalle macerie.
Non ci volle molto, il tempo di arrivare a casa che una prima conferma già lo attendeva.
Ha chiamato il tuo ufficio. Hanno chiesto di te, hanno detto che se te la senti domani dovresti presentarti nel blocco B32, hanno detto che tu sai cosa significa, questo è quanto, poi hanno riagganciato. –
Lui la guardò senza dire nulla, accennò un breve sorriso e scosse leggermente la testa.
Va tutto bene tesoro? –
Si tesoro, va tutto bene, sono solo ancora un po scosso. Dopo quello che è successo hanno spostato la sede nel blocco B32, nulla di speciale è solo una struttura di riserva, va tutto bene. Visti i danni subiti quella sarà la mia nuova sede per parecchio tempo. È meglio che mi ci abitui fin da subito. – rispose, poi non aggiunse altro.
Hai fame? ho preparato il tuo piatto preferito. –
Splendido tesoro, sei un angelo. –
Poi l’abbracciò e solo allora si rese veramente conto del rischio che aveva corso. Avrebbe potuto perdere tutta la sua famiglia, tutto quello che di più caro aveva lo avrebbe potuto perdere per sempre. L’abbracciò con più tenacia.
Tu come stai? Mi devi scusare ma ero troppo sconvolto e non ti ho chiesto nulla. Non ti ho perso per un soffio, lo sai? Per non parlare del mio piatto preferito. – disse sorridendo.
Adorava i suoi occhi ed era ancora ben visibile il rossore che lievemente offuscava parte della luce che emanavano, doveva aver pianto molto, doveva aver sofferto molto nell’attesa di sapere se stava bene.
Ho una fame che non ti dico. – esclamò cercando di attenuare parte della tensione emotiva presente sul suo volto.
E dove sono i miei marmocchi? –
Ti ricordi che domani hanno le prove generali della recita e poiché devono presentarsi a scuola un’ora prima li ho mandati già a letto. Mi hanno detto di dirti che la giostra non funziona perché non può volare. Ho cercato di spiegargli che non può volare ma conosci la fantasia dei tuoi figli. Non hanno voluto sentire storie. Immagino che non avresti dovuto comprargli una giostra che assomiglia ad un’astronave, non trovi? – disse ridendo. Poi anche lui rise.
Tu digli che domani controllerò i motori, forse hanno bisogno di una messa a punto. – continuò a ridere.
Sono testardi come te, lo sai vero? –
E sono belli come te . . . si lo so tesoro . . . lo so, lo so, altrimenti perché ti avrei sposato. – aggiunse con tono lievemente sarcastico.
Il resto della serata passò nella consueta tranquillità familiare e gran parte del carico emotivo accumulato durante quella giornata, così fuori dall’ordinario fu scaricato solo in tarda serata, quando il notiziario delle 23:00 proclamava quella che per le sue orecchie risuonava come la cosa più assurda e strampalata che mai avrebbe immaginato di sentire. Secondo le autorità infatti, il crollo dell’edificio era da attribuirsi ad un incidente del tutto fortuito avvenuto nei primi piani della struttura e più precisamente nei laboratori di ingegneria genetica. A quanto pare, secondo un primo sopralluogo, la condotta di gas principale aveva ceduto per cause non ancora precisate provocando una tremenda esplosione che aveva fatto crollare l’intera facciata dell’edificio.
Ovviamente quella che per molti poteva essere una plausibile spiegazione era per lui una cosa del tutto diversa e da come si erano messe le cose avrebbe preferito che fosse portata avanti la teoria del sabotaggio terroristico. Il tutto infatti faceva pensare che la situazione era molto più complessa del previsto. Voler insabbiare una cosa così grossa non poteva che significare che in ogni caso di cose poco chiare ne esistevano un’infinità. Per quale motivo le autorità avevano preferito costruire una storia così assurda piuttosto che portare avanti la teoria del sabotaggio terroristico, cosa che oltretutto avrebbe certamente portato alla Coalizione del Nord, la classe dirigente, lo stato stesso, un numero maggiore di simpatizzanti, perché?
Quella storia, non solo copriva uno degli attentati più orrendi degli ultimi decenni ma metteva in luce un aspetto che finora era stato ignorato completamente da tutti i gruppi rivoluzionari e ovvero, che la situazione era assai più grave di quello che finora avevano immaginato. Lo stesso suo ragionamento doveva essere balenato a più di una persona, tanto che non erano nemmeno le 23:10 quando il suo cellulare segnalò la ricezione di un nuovo messaggio. Fu allora che si alzò, spense la televisione e con la scusa del messaggio portò i suoi ragionamenti fuori dalla camera da letto, lasciando la moglie dormire più comodamente.
Si diresse verso la cucina, accese la luce, prese del succo d’arancia dal frigorifero poi scostò una sedia del tavolo della cucina e prese posto comodamente, concentrando la sua attenzione sul suo telefonino, erano le 23:20 quando il telefono squillò. Lui rispose.
I nostri sospetti erano fondati a quanto pare. La cosa è più grave di quello che sembra. –
Prese un altro sorso d’arancia, mentre dall’altra parte del telefono un respiro profondo occupò parte della conversazione. In certi casi le parole sono inutili.
Questo non fa che peggiorare la situazione, lo so io come lo sai tu, non è che una conferma alle nostre paure. Qualunque cosa stessero facendo, a questo punto conta molto di più di tutte le cose che finora avevamo considerato. Non vedo altra spiegazione per una conclusione come questa. Immagino che sia arrivato il momento di organizzare una cena tra amici, tu cosa ne dici? –
Immagino che qualunque cosa stia accadendo meriti tutta la nostra attenzione e visto che alcuni nostri amici stanno affrontando un periodo piuttosto complicato sia una buona idea organizzare questa cena.-
Si, credo sia una buona idea. Mi occuperò personalmente di invitare tutti i nostri amici per una rimpatriata degna di gloria. Credo che sia saggio invitare anche i nostri amici più lontani, sono sicuro che per una faccenda delicata come questa non facciano obbiezione a spostare qualche impegno secondario, dopo tutto, gli amici servono a questo. –
Ok. Sono d’accordo. Aspetto tue notizie. – e chiuse la comunicazione.
Il bicchiere conteneva ancora un sorso d’arancia. Dopo averlo completamente vuotato e non per la sete ma per il semplice gusto di farlo, appoggiò il bicchiere nel lavandino, spense la luce e si diresse nuovamente verso la camera da letto soffermandosi solo per qualche secondo sulla porta della camera dei suoi figli che dormivano serenamente.
Erano le 23:30

Cap 3

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